Lecce - Accessalento2015

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Cultura e storia
A buon diritto Lecce viene definita “Città d’Arte”; essa è, infatti, senza dubbio, una delle più belle città d’Italia.
Capoluogo storico e culturale del Salento, circa 100.000 abitanti, posta a 49 metri s.m., essa dista
12 km dal mare Adriatico (S. Cataldo) e 25 dallo Ionio (Porto Cesareo). Di origine messapica, con il nome di Sybar, la città assunse, dopo la conquista romana, il nome di Lupiae. A lungo essa è stata identifi cata con Rudiae, la contigua patria di Ennio, il padre della poesia latina.
 
Sede dell’Università del Salento e di istituti di alta cultura, quali il Conservatorio di Musica “T. Schipa” e l’Accademia di Belle Arti , Lecce è stata definita, per il suo barocco, “Firenze del Sud” e, per il suo prestigio culturale, “Atene delle Puglie”. 

Lecce è una città elegante e raffinata, con i suoi monumenti e, soprattutto, con le sue chiese, tanto da essere definita anche “Città-Chiesa”. Principale caratteristica di questa città è la raffinatezza del suo barocco, unico al mondo, armonioso e solare nel caldo colore naturale della “pietra leccese”, tenera e facile da lavorare, che, col tempo, forma una patina dorata protettiva.
 
La sua fioritura artistica risale al Sei-Settecento, quando i suoi governanti, i suoi vescovi e i numerosi ordini religiosi che vi risiedevano, la arricchirono di chiese, collegi religiosi e monumenti. Notevoli sono anche le testimonianze di epoca romana, come il Teatro e l’Anfi teatro, nella centrale piazza intitolata a S. Oronzo, il protettore della città, la cui statua bronzea domina dall’alto di una delle colonne romane che,
un tempo, segnavano a Brindisi il termine della via Appia. Sulla stessa piazza sorgono il Sedile (1592), antica sede del Comune e la chiesetta rinascimentale di S. Marco(1543), opera di Gabriele Riccardi, dono della colonia di veneziani. Al XVI secolo risalgono la Cinta muraria 
e il possente Castello di Carlo V, anch’esso al centro della città.
 
Tra i suoi monumenti più insigni, quasi tutti racchiusi un un’area di breve estensione e facilmente percorribile nel bel Centro storico,  
vanno ricordati: il complesso della Basilica di S. Croce, con l’attiguo del Palazzo dei Celestini, oggi sede della Prefettura e della Provincia. 
Si tratta del più splendido e raffinato esempio architettonico e scultoreo dell’arte barocca, dalle linee fastose, impreziosite da una miriade di forme raffiguranti foglie, frutti, animali e personaggi, armoniosamente intrecciati con svariati elementi architettonici. Vi lavorarono, tra le metà del XVII e del XVIII secolo, i maggiori maestri locali: Gabriele Riccardi, Giuseppe Zimbalo (detto lo Zingarello), Cesare Penna e Giuseppe Cino. All’interno, d’impianto rinascimentale a tre navate , il barocco si moltiplica nei numerosi altari, nel soffitto ligneo a cassettoni, nei dipinti e negli affreschi di insigni maestri locali, tra i quali si ricordano Oronzo Tiso e Gianserio Strafella.

Altro mirabile capolavoro dell’arte barocca è Vale la pena soffermarsi su Porta Rudiae: l’arco è Piazza Duomo: uno dei più bei “salotti” d’Italia, Sormontato dalle statue di S. Oronzo, S. Domenico. Da un ingresso monumentale si accede al quadrilatero della piazza di grande effetto scenogrfi co; esso è delimitato dal Duomo, con l’elegante guglia del campanile, entrambi opera dello Zimbalo, dall’Episcopio e dal palazzo del Seminario. La facciata principale del Duomo (1659-70), sobria e arricchita, per il Giubileo del 2000, da un portale in bronzo, guarda verso il Palazzo vescovile (1632), con un elegante loggiato ad archi. Più fastosa e decorata è la facciata laterale destra del Duomo, che guarda verso la piazza. Adiacente si slancia il Campanile (1661-82), alto circa 70 m., consta di 5 piani rastremati delimitati da balaustre, fi no alla cupoletta ottagonale, ricoperta di maioliche. Bellissima è anche la facciata del Seminario (1694-1709), opera di Giuseppe Cino. Sua è anche l’elegante vera che adorna il pozzo, al centro del chiostro: un autentico “cesello” in pietra leccese. Lungo il corso Vittorio Emanuele, che collega le piazze S. Oronzo e Duomo, s’incontra la chiesa di S.Irene o dei Teatini, risalente alla prima metà del 1600, opera di Francesco Grimaldi, con ontributi di Mauro Manieri. La chiesa, dedicata alla antica patrona della città, S. Irene, pare sia stata ance il primo Duomo di Lecce. Notevoli sono, al suo interno, i fastosi altari barocchi di Fr. Antonio Zimbalo e i dipinti attribuiti a Oronzo Tiso, ad Antonio e Giuseppe Verrio. Proseguendo verso Porta Rudiae lungo la via G. Libertini, s’incontrano altre chiese, tra le quali si citano la Chiesa di S. Anna, con l’annesso Conservatorio di S. Anna, oggi frequentata sede di mostre e convegni e, pochi passi più avanti, la Chiesa di S. Giovanni o del Rosario, basilica progettata dallo Zimbalo: ha una facciata e degli altari sontuosamente decorati con cespi e pinnacoli fioriti. Adiacente alla chiesa sorge l’ex convento dei domenicani, oggi sede dell’Accademia di Belle arti. Di fronte si può ammirare la facciata rinascimentale a bugnato dell’ex Ospedale dello Spirito Santo. Vale la pena soffermarsi su Porta Rudiae: l’arco è sormontato dalle statue di S. Oronzo, S. Domenico e S. Irene, ritenuti rotettori della città. Inoltre vi si trovano anche i busti in pietra dei mitici fondatori della città: il re messapico dei Salentini, Malennio, i suoi figli Dauno, suo successore ed Euippa, sposa di Idomeneo, secondo fondatore della città. Altre chiese di indubbio valore artistico, tra le decine di chiese disseminate nella città, sono la Chiesa di S. Chiara (fi ne ‘600), attribuita a G. Cino, che chiude il lato ovest della piazza Vittorio Emanuele II, con al centro il monumento a lui dedicato, opera dello scultore Eugeio Maccagnani (1889).
 
Proseguendo verso sud, lungo la via F. D’Aragona, che conduce a Porta S. Biagio, s’incontra l’originale chiesa di S.Matteo (1667-700), opera di Achille Carducci che nella facciata volle riprendere gli schemi curvilinei del barocco romano del Borromini in S. Carlo alla Quattro Fontane. La passeggiata lungo le vie del centro, poi, è tutta una scoperta, nell’architettura civile, di palazzi, cortili, logge balaustrate, balconi e colonne inglobate che arricchiscono la straordinaria fioritura del barocco leccese: una ricchezza che si può ammirare anche dall’interno in varie occasioni durante l’anno e in una domenica di maggio intitolate “Cortili aperti”. Numerose sono, poi, nel centro storico, le botteghe artigiane dei cartapestai, un’arte umile e antica che a Lecce vanta numerosi cultori nel solco dei grandi maestri Malecore, Manzo, Indino, Capoccia e tantissimi altri. Fuori le mura, nei pressi del Cimitero, si possono ammirare il Chiostro degli Olivetani (sec. XVI), oggi sede della Facoltà di Beni Culturali e la Chiesa dei SS. Nicolò e Cataldo, una delle più belle e antiche di Lecce, fatta costruire nel 1180 da Tancredi conte di Lecce. All’impianto architettonico romanico, sono state aggiunte, nei secoli successivi, sculture barocche che ben s’armonizzano con la struttura originaria. L’interno, severo e suggestivo, è a tre navate con una cupoletta su un elegante tamburo al centro del transetto.
 
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